“FRANCESCO DE PICCOLI”, DI VALTER ESPOSITO

 

Valter Esposito, “Francesco De Piccoli – Storia di una medaglia d’oro”. Presentazione a cura di Gianluigi Levorato, Presidente CONI di Venezia. Il prato, Saonara (PD), 2004.

 

Pubblicata su “News Regione”, newsletter del Consigliere Regionale veneto Iles Braghetto, n. 23 dell’1-15 ottobre 2004.

 

Per gli appassionati di box Francesco De Piccoli non ha certo bisogno di presentazioni. Per gli altri, soprattutto i giovani, basti dire che fu vincitore della Medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma del 1960, a tutt’oggi unico pugile italiano ad aver vinto l’oro nella categoria dei Pesi massimi.

Un libro dedicato al pugile o dedicato all’uomo? All’uomo, certamente: la prima cosa che ci ha colpito del libro non sono stati i guantoni da box che sulla foto di copertina il nostro campione, nato a Mestre dove tutt’ora vive, alza in segno di vittoria, ma il suo sguardo. Mite, più che stanco. Sguardo che si ritrova in tutte le decine di foto presenti all’interno del volume.

Non ci interesserebbe parlare di questo personaggio se ciò che egli sostiene di avere imparato sul ring non fosse il rispetto, e non certo la violenza. Ai più superficiali potrà sembrare un paradosso, ma è così. D’altra parte lo stesso curatore del testo (testo scritto con raro stile di estrema chiarezza, tanto da farsi leggere con passione anche da chi con la box non ha mai avuto nulla a che fare), fa notare come la violenza appartenga a ben altri sport, e non sia certo esercitata da chi li pratica.

Le qualità sportive (non nel senso agonistico del termine) di De Piccoli emergono bene dal testo: “Negli anni Masteghin diventò il mio rivale storico, anche se nella vita ci siamo sempre stimati”. Emergono anche le sue debolezze di uomo: “A Carpi incontrai un avversario talmente brutto al punto che mi impressionò e decisi di abbandonare stupidamente il ring. Per fortuna si tratto solamente di un episodio”. E non mancano le testimonianze della capacità e della necessità di imparare dalle sconfitte, non solo da quelle sul ring: bocciato la prima volta in cui si presentò all’esame di guida, De Piccoli divenne titolare di una scuola guida.

Una sola critica, che non dev’essere però interpretata in senso negativo. Il rispetto, i valori, lo sport come scuola di vita e non come occasione per innescare violenze, sono aspetti che forse andavano maggiormente approfonditi. (O forse no: lasciamo stare le paternali e seguiamo l’esempio che De Piccoli ci ha offerto!)