“RENATO PETRUCCI”, A CURA DI LUISA BAZZANELLA DAL PIAZ

 

Luisa Bazzanella Dal Piaz, “Renato Petrucci – I sogni e le storie” Catalogo della mostra tenuta presso il Palazzo del Monte di Pietà di Padova, 31 ottobre – 28 novembre 2004. Grafiche Turato ed., Rubano (PD), 2004

 

Pubblicata su “News Regione”, newsletter del Consigliere Regionale veneto Iles Braghetto, n. 25 dell’1-15 novembre 2004.

 

Inconsueto l’allestimento di questa mostra: nessuna delle opere esposte reca il titolo, l’indicazione dell’anno di esecuzione e dei materiali impiegati. Peccato, perché il titolo di un’opera fa parte dell’opera stessa. Privare del suo titolo un’opera intitolata “Dimmi da che parte sta l’equilibrio”, terracotta colorata con smalti sintetici, può voler dire mutilarla.

Il catalogo ammenda però brillantemente questa lacuna dell’allestimento. Integra inoltre le immagini delle opere esposte con significative foto che ritraggono molti importanti momenti della vita dell’artista, Renato Petrucci.

E quella di non vincolare troppo il catalogo alla mostra ci pare un’ottima scelta. Osserviamo, per esempio, l’opera in marmo bianco di Carrara intitolata L’abbraccio: per coglierla tutta dovremo girarle intorno, e farlo più volte per capire che a coglierla forse non ci riusciremo mai. È talmente intenso quell’abbraccio da far apparire i due corpi né avviluppati né fusi fra loro, ma uniti a formare un labirinto nel quale non conta riconoscere le mani o le spalle dell’uno o dell’altro, perché il solo elemento cui quelle mani, quelle spalle, e quelle teste appartengono è il sentimento che il loro insieme rappresenta.

Si capisce quindi che fotografare un’opera del genere è impossibile, nonostante lo splendido risultato offerto dal fotografo Phil Polglaze, il quale ha saputo ricavare da questa scultura un’immagine di indubitabile valore artistico arricchendo di discreti riflessi questa stele alta 180 cm e larga non più di venti, quasi a voler completare con la luce quel gioco labirintico presente nei altri lati della scultura non fotografabili contemporaneamente.

Fra tutti i testi desideriamo segnalare il contributo di Maria Beatrice Autizi Rigobello, “Dalla ricerca di un canone alla soglia del silenzio. Dieci anni di esperienza artistica nel Gruppo Visiva Anni Novanta”. Questo saggio è prezioso: con grande equilibrio riunisce la precisione di storica dell’arte alla testimonianza diretta di gran parte delle tappe artistiche di Petrucci, all’affetto nutrito nei confronti dell’artista.

Petrucci amava Padova e i suoi cittadini. La mostra è stata realizzata anche con le opere che Petrucci aveva donato agli amici. Fra queste opere vi è l’acrilico del 1992 intitolato “Partenze”, donato ad Iles Braghetto.

Quando passiamo per Corso Milano all’altezza del Parchetto Prandina, rallentiamo un po’ e portiamo lo sguardo al murales dipinto sul muro in cemento che racchiude il giardino. È un’opera di Petrucci, o meglio dei suoi allievi dell’Istituto Selvatico, realizzata sotto la sua direzione “per segnalare la necessità dell’oasi di verde nel centro storico”, come egli stesso ebbe a dire.