“IL POETA E IL MARANGONE” DI GIOVANNA BALDISSIN MOLLI

 

Giovanna Baldissin Molli “Il Poeta e il Marangone – L’artigianato padovano al servizio di Petrarca e del letterato umanista”. Padova, il prato ed., 2004.

 

Pubblicata su “News Regione”, newsletter del Consigliere Regionale veneto Iles Braghetto, n. 21 dell’1-15 settembre 2004.

 

Chi sia il poeta di cui parla questo volume è di facile intuizione, visto che il volume esce nell’anno in corso, dedicato alle celebrazioni di Francesco Petrarca nel settimo centenario della nascita. Il marangone, invece, è termine desueto e dialettale con cui si designa il falegname e il carpentiere, artigiano che nel contesto del libro viene assurto a simbolo di tutte quelle specializzazioni artigianali che proprio nel Trecento conobbero, se non il massimo sviluppo, senz’altro il massimo riconoscimento politico e sociale.

A sua volta, questo sviluppo delle classi artigianali si deve anche considerare metafora di quel grande sviluppo non solo economico ma anche politico e intellettuale che caratterizzò il Trecento, particolarmente nella sua prima metà.

Si deve inoltre considerare che il boom dell’artigianato del Duecento e Trecento coincide col sorgere di quell’importante fenomeno sociale tutt’ora fortemente presente nella nostra società, vale a dire la borghesia. Saranno infatti gli artigiani i lavoratori chiamati a soddisfare quei bisogni, non più soltanto legati alla “prima necessità”, che saranno e che sono tipici del ceto medio.

Fra questi bisogni figura il piacere della cultura, ben rappresentata dalla nascita della figura dell’intellettuale, che il Petrarca riassume più che degnamente.

Il rapporto fra artigiano e poeta, poeta come sinonimo di intellettuale, risulta quindi chiaro, trovandosi entrambi figli dello stesso tempo. L’Autrice ripropone quindi, attraverso un lavoro frutto di un’accurata ricerca bibliografica, il lavoro dell’artigiano prendendo come esempio la casa e gli arredi del noto poeta.

Il libro non è privo di contributi originali. Valga come esempio l’Appendice, intitolata “Nella cucina di Francesco Petrarca”, in cui l’Autrice analizza un secchiello in ceramica la cui scritta su di esso incisa lo pone in qualche relazione col Petrarca.