“LA FLOTTA DEL SANTO” DI EMILIO CANNARSI

 

Emilio cannarsi “La flotta del Santo”. Immagini fotografiche di Benedetto Morassutti. Padova, stampato presso Grafiche Turato sas di Rubano, 2004.

 

Pubblicata su “News Regione” Newsletter del Consigliere regionale veneto Iles Braghetto n. 19 del 1-15 agosto 2004.

 

Padova “città d’acque” è un concetto ormai assimilato dall’opinione pubblica e dagli studiosi, intendendo però con questa locuzione le acque fluviali dalle quali la città era ed è straordinariamente solcata. Ma leggendo questa breve ed esaustiva pubblicazione di Emilio Cananrsi, una chicca nella storia della nostra cultura urbana, si ha l’impressione che il concetto padovano di acque possa alludere anche a quelle del mare.

Cannarsi ci informa infatti, con una dovizia di particolari che tradisce la passione tipica degli storici navali, l’esistenza non di uno ma addirittura di due bassorilievi, presenti all’interno della Basilica del Santo, raffiguranti bastimenti rinascimentali della Serenissima Repubblica.

Vale la pena di recarsi in basilica e osservarli, anche se le sole foto di Benedetto Morassutti sono bastevoli per cogliere la preziosità e la raffinatezza dei due lavori.

Raffinatezza che si spinge ben al di là dei soli aspetti artistici: le due opere presentano infatti tutti i connotati, e soprattutto i particolari, necessari per illustrare allo studioso le reali fattezze dei natanti che esse raffigurano: una galea, due galeoni, una galea grossa, e altri legni oltre alla cosiddetta “galea scheggiata”. Il bassorilievo raffigurante quest’ultimo vascello si ritrova infatti con la poppa danneggiata “là dove è riprodotto il sistema di governo del timone”, “ingiuria che ha compromesso l’integrità di un particolare iconografico rilevante dal punto di vista navale”. Cannarsi spiega il suo rammarico per quest’accaduto con le ragioni della scienza e della storia, più che della nostalgia: “Le navi di legno del passato sono paragonabili alle costruzioni di pietra del passato come elementi per la conoscenza e l’interpretazione di una civiltà. Solo che delle navi, costruite con materiali deteriorabili, utilizzate fino all’ultimo o perdute in mare, non ci è dato di sapere abbastanza. Perciò ogni antica raffigurazione, anche se approssimativa o bisognosa di interpretazione o priva di valore artistico, è preziosa.”

È quindi con lo scandalo dello studioso, non certo con la nostalgia dell’appassionato, che Cannarsi apre le pagine del suo lavoro con un apparente fuori-tema, che disorienta leggermente il lettore. Il primo capitolo è infatti intitolato “Il vascello fantasma”, e parla dell’incredibile scomparsa, avvenuta nel 1996, dell’antico graffito raffigurante una nave, inciso su di una colonna della basilica di San Marco. Il fatto è avvenuto nel corso di un cosiddetto restauro.

Non ci resta dunque che recarci al Santo, visto che a San Marco non c’è… più nulla da vedere!

I due bassorilievi si trovano rispettivamente:

  • ai piedi del monumento funebre ad Alessandro Contarini, addossato al secondo pilastro di sinistra della navata centrale ed è attribuito a Michele Sanmicheli;
  • ai piedi del monumento funebre a Girolamo Michiel, attribuito ad Andrea Moroni, addossato al quarto pilastro a sinistra nella navata centrale.