A cura dell’avv. Stefano Artuso* – tributarista

 

CORONAVIRUS – DECRETO LIQUIDITA’

ECCO IL VADEMECUM E LE CRITICITÀ

 

Novità interessanti anche per i singoli cittadini, i lavoratori autonomi, le piccole imprese

 

Definito dal Presidente Conte un “intervento poderoso”, e di fatto potenzialmente di grande impatto sull’economia italiana e veneta, è entrato in vigore oggi 9 aprile 2020 il Decreto legge 23/2020 che a fronte dell’epidemia Covid-19 prevede misure urgenti in materia di:

  • accesso al credito
  • adempimenti fiscali per le imprese
  • poteri speciali nei settori strategici
  • interventi in materia di salute e lavoro
  • proroga di termini amministrativi e processuali

Il decreto lo si può dividere in tre parti.

 PRIMA PARTE: LIQUIDITÀ E AUTONOMI

Per le imprese e i lavoratori autonomi che fatturano meno di 3,2 Milioni di Euro che e dichiarino che la loro attività è stata danneggiata dal Covid-19, è prevista la concessione automatica di un finanziamento pari al 25% del fatturato, con tetto massimo di 25 mila euro. Si tratta però di una misura che attende il via libera dalla Commissione UE.

Il decreto immette liquidità nel sistema attraverso la garanzia statale sui nuovi finanziamenti delle imprese, previsione di tassi di interesse contenuti (per le PMI, dallo 0,25% all’ 1% massimo), la restituzione in 6 anni.

Il parametro di riferimento è il fatturato 2019: l’importo finanziato non potrà essere superiore al 25% di tale parametro. Se gli istituti di credito saranno in grado di gestire rapidamente le richieste di finanziamento, questa misura potrebbe rappresentare un’importante boccata d’ossigeno per le circa 96.000 partite Iva registrate nella sola provincia di Padova.

 SECONDA PARTE: IMPRENDITORI IN DIFFICOLTÀ

In Decreto prevede uno “scudo” funzionale a proteggere le imprese strategiche del sistema-Paese. Comune a tale finalità è il congelamento dei termini relativi alle istanze di fallimento e agli obblighi di ricostituire il capitale sociale in caso di sottocapitalizzazione: si vuole evitare che, in questo particolare momento, gli imprenditori in difficoltà siano costretti a fronteggiare, oltre che la crisi economica, anche l’attacco dei creditori.

 TERZA PARTE: OBBLIGHI DI VERSAMENTO

Il Decreto mira a trattenere liquidità nelle casse aziendali e dei lavoratori autonomi, prevedendo la sospensione degli obblighi di versamento e la possibilità di non operare la ritenuta d’acconto sulle fatture emesse da agenti e liberi professionisti.

Per i professionisti e gli agenti è una misura combinata: trattieni liquidità, non pagando l’Iva nei mesi di aprile e maggio; aumenti la liquidità a tua disposizione, chiedendo al committente di non operare la ritenuta d’acconto, che vale il 20% delle competenze. Può essere una misura interessante, a patto di avere fatture da emettere in questi mesi così sfortunati.

IL PIANO STRETTAMENTE FISCALE

Relativamente ai singoli cittadini, il Decreto prevede agevolazioni procedimentali: i lavoratori dipendenti ed i pensionati potranno rapportarsi con i CAF anche soltanto in via telematica, inviandogli per mail le deleghe ad operare sulla dichiarazione precompilata. Un primo passo verso la semplificazione degli adempimenti.

Invece, per il differimento dei versamenti troviamo due classi di contribuenti:

  • per i soggetti con fatturato maggiore di 50 milioni (che, nella provincia di Padova sono circa un centinaio), la sospensione dei versamenti ai fini Iva, ritenute e contributi, è sospesa per i mesi di aprile e maggio se, in questi mesi, il calo del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019 è pari alla metà;
  • per le imprese con fatturato inferiore a 50 milioni (che, per restare nella provincia di Padova, rappresentano la quasi totalità del tessuto imprenditoriale) il calo dovrà essere di un terzo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; in tal caso, i pagamenti di aprile e maggio dovranno effettuarsi in giugno o in cinque rate mensili, ricomprese tra giugno ed ottobre.

LA GIUSTIZIA

Il decreto ha esteso i termini della sospensione di cui al Decreto “Cura Italia”, prevedendo che i termini di decorrenza d’ogni attività processuale ricomincino a decorrere dal 12 maggio. Significa che (quasi) tutti i procedimenti son sospesi, come se fossimo nella pausa feriale d’agosto.

A dire il vero, in questo campo poco si è fatto: uno Stato di diritto come il nostro può e deve garantire il funzionamento della Giustizia anche in un periodo di difficoltà come questo. Mancano tuttavia i provvedimenti attuativi che consentano di utilizzare al meglio gli strumenti telematici ed effettuare, ad esempio, le udienze da remoto, via Skype. Rischiamo che, alla ripresa dei lavori, vi sia un notevole incremento dell’arretrato, considerato peraltro che il distanziamento sociale permarrà per molti mesi e, dunque, dovremo comunque adattarci all’idea che qualcosa è cambiato. Anche nel sistema Giustizia.

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*Stefano Artuso, avvocato, specializzato in materia fiscale, è Cultore della materia “Diritto dell’economia” presso la cattedra di Diritto Tributario della facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova, socio ANTI – Associazione Nazionale Tributaristi Italiani, autore di saggi e studi ad argomento fiscale.