Padova, 3 giugno 2015

A signor Presidente

del Consiglio d’Istituto

dell’XI Istituto Comprensivo di Padova,

a tutti i Consiglieri,

alla dirigente scolastica prof. Enrica Bojan.

Signora dirigente,

nel tentativo di comprendere il Suo agire in qualità di dirigente scolastica, ho ritenuto di informami circa le Sue note curriculari.

Ne è emerso un profilo del quale, sul piano scientifico, non posso che congratularmi: collaborazioni a progetti di ricerca in ambito storico-musicale, partecipazioni a convegni di studio presentando relazioni e comunicazioni, la cura dell’edizione musicale di concerti tartiniani inediti, e molto altro. Non so quali scelte i miei figli vorranno effettuare relativamente alla loro educazione musicale, ma se dovessero ritrovarsi Lei fra le insegnanti di questa disciplina, ne sarei felice e onorato.

Non so però per quale motivo Lei abbia deciso, forte di un curriculum di questo prestigio, di darsi all’attività di dirigente scolastica. È una scelta che riguarda solo Lei, ma che mi lascia profondamente sorpreso.

In questi due anni di dirigenza dell’XI Istituto Comprensivo, Lei è riuscita solo a convincermi della Sua inadeguatezza a ricoprire questo ruolo.

Non sto a ripetere i numerosi aspetti della Sua gestione che mi portano a questa conclusione. Ho ritenuto doverli esporre sulla stampa non trattandosi di questioni personali ma di fatti che, per loro natura, riguardano tutta la collettività. Qui li ribadisco, in quanto ai medesimi Lei non ha saputo dare risposte che non siano andate al di là di vaghe dichiarazioni. Ciò ad eccezione di un goffo tentativo di recupero sul piano delle iscrizioni, volto a ricreare all’ultimo momento quella Prima C di Via Moro che poco tempo fa appariva soppressa.

Non credo assolutamente in una Sua malafede. Se solo ne avessi avuto il minimo dubbio non avrei esitato a rivolgermi alla Procura della Repubblica o, ritenendomi parte lesa, al mio legale. Resta il fatto che le ombre relative al Suo autoincarico retribuito riguardante il Progetto Genitori Ovunque 2, di cui con certezza vi è notizia, potranno essere dissolte soltanto concedendo quell’accesso agli atti che da mesi il Presidente del Consiglio d’Istituto Le richiede. Mi riferisco in particolare all’atto di annullamento di tale autoincarico. Certo è che, qualora Lei insista a non produrre quell’atto e tutti gli atti che Le sono stati richiesti non potrò, mio malgrado, evitare di esaminare la possibilità di un più vasto accesso alle vie mediatiche quando non anche adire le vie legali.

Sono rimasto molto e positivamente colpito da quanto da Lei affermato nel Suo discorso di saluto all’indomani del Suo insediamento in questo Istituto Comprensivo: “Il mio compito di dirigente scolastica è favorire il crearsi e lo svilupparsi di condizioni il più possibile positive per portare ogni alunno al suo successo formativo e al benessere scolastico. Questa mission è la preoccupazione primaria e irrinunciabile che guida ogni giorno il mio lavoro.”

Questo obiettivo di “creare condizioni il più possibile positive” Lei non l’ha raggiunto.

Valga, ma è soltanto un esempio, quanto espresso nel verbale della seduta del 25 marzo 2015 del Comitato Genitori alla voce “Criticità evidenziate”:

–        Sensazione di scontentezza generale, disagio, mancanza di dialogo, incomprensioni.

–        Mancanza di un canale di comunicazione tra la dirigenza e l’utenza scolastica/genitori.

–        Sensazione di una dirigenza rigida e poco aperta alle istanze dei genitori.

–        Sensazione condivisa di difficoltà e di perdita di prestigio dell’XI Istituto Comprensivo.

–        Sensazione che i diversi plessi siano slegati e manchi un’identità dell’Istituto

–        Mancanza di un’adeguata offerta sui tempi scuola.

Se a tutto questo aggiungiamo la “Richiesta di accertamento di eventuali profili di responsabilità disciplinare nei confronti della dirigente scolastica dott.ssa Enrica Bojan”, formulata dal Consiglio d’Istituto, otteniamo un quadro esauriente relativo a quelle “condizioni positive” che Lei ha dichiarato di volere raggiungere ma che non ha saputo creare. E ciò a prescindere dall’esito che tale richiesta di accertamento disciplinare otterrà.

Per quanto sopra detto, e confidando nel Suo senso di responsabilità oltre che nell’intelligenza di cui il Suo curriculum dà inconfutabile prova, La invito cortesemente a rassegnare le Sue dimissioni.

 

Il genitore

Pietro Casetta