Mi permetto di inserirmi nella polemica sorta fra il senatore Massimo Bitonci e l’assessore al Comune di Padova Andrea Micalizzi relativa alla recente piena del Bacchiglione (http://www.padova24ore.it/politica/7051-botta-e-risposta-bitonci-micalizzi-sulla-gestione-della-piena-del-bacchiglione.html). Mi occupo da tempo di fiumi e di idraulica veneta, e ritengo di conoscere il problema a sufficienza per ritenere che il mio contributo possa essere utile.

1. A seguito della piena del 2010 la Regione ha commissionato uno studio al prof. Luigi D’Alpaos e ad altri specialisti per determinare le opere e gli importi necessari per porre in sicurezza l’intero sistema fluviale veneto. Se non sbaglio lo studio ha stimato tale importo complessivamente pari a 5 miliardi di euro, ma non mi è chiaro come la Regione abbia in animo di attuare tale studio, né mi risulta si sia mai espressa. Qualora si sia espressa invito l’on. Bitonci a sollecitare il collega Zaia a ribadire tale posizione, se non altro per aumentare l’efficacia della sua comunicazione.

2. Un altro studio del prof. D’Alpaos, compiuto in epoca “non sospetta” in quanto precedente al 2010, ha stabilito che, qualora si verificasse una piena eguale a quella del 1966, il livello dell’acqua a Stra raggiungerebbe 4 metri, con allagamenti importanti alla Zona Industriale di Padova e a gran parte della città. (Dirò per maggiore chiarezza che le tre piene del 2010, 12, 13, sono state strutturalmente diverse da quella del 1966, avendo queste riguardato il Bacchiglione, e quella il Brenta). Lo studio indicava quindi nel completamento dell’Idrovia Padova-Venezia come canale scolmatore una delle soluzioni più importanti al problema. La Regione, assessore Maurizio Conte, ha quindi affidato ad uno studio di ingegneria idraulica di Mestre, lo Studio Rinaldo, la redazione dello studio di fattibilità del completamento dell’Idrovia, che mi risulta essere stato terminato e consegnato. Mi risulta inoltre che avrebbe dovuto essere stato presentato a febbraio, ma nel sito web della Regione non vi è alcuna notizia in merito (digitato “idrovia” + “fattibilità”). Dov’è questo studio?

3. Il direttore del Consorzio di Bonifica Bacchiglione Brenta ing. Francesco Veronese così si esprimeva nel 2002 all’interno di una pubblicazione di tema idraulico da me curata: “Negli anni Sessanta nel territorio consorziale era stata urbanizzata una superficie di 4500 ettari; nell’arco di 30 anni la superficie urbanizzata si è triplicata.” Non sono un tecnico e quindi non spetta a me spiegare la relazione intercorrente fra eccesso di urbanizzazione e aumento dei volumi di piena. Mi sembra però che tale relazione sia catastrofica nel caso di eventi piovosi brevi e intensi, ma tutt’altro che irrisoria nel caso di eventi più lunghi e meno intensi come nei casi delle ultime tre piene. Anche in questo caso non mi è chiaro quali siano gli strumenti urbanistici che la Regione e il Comune intendano adottare, o abbiano adottato, per fronteggiare il problema.

 

Quindi, pur apprezzando i lavori effettuati dal Comune di Padova e gli studi commissionati dalla Regione Veneto, devo rilevare quanto segue.

1. I lavori idraulici effettuati dal Comune di Padova, come pure dai Consorzi di bonifica, mi risulta siano importanti lavori atti a facilitare il convogliamento delle acque di piena nei corsi d’acqua maggiori (Brenta e Bacchiglione), ma se questi fiumi non vengono resi tali da accogliere tali masse d’acqua, essi diventano risolutivi in modo parziale (credo solo per eventi brevi e intensi).

2. Qualsiasi lavoro idraulico diviene inutile, a medio-lungo termine, se non è accompagnato da una politica urbanistica di cessazione dell’urbanizzazione e di decementificazione. Una scelta, quest’ultima, certamente utopistica, ma che rivela come la soluzione del problema non risieda soltanto nella realizzazione e manutenzione dei corsi d’acqua.

 

Auspico non si voglia scorgere in queste mie righe l’intenzione di rinvigorire una polemica che mi è estranea e dalla quale mi dissocio. Intendo soltanto porre precise domande, legittime, che credo di avere espresso con cortesia.

Vi saluto distintamente.